Il “CAFFE’ CORRETTO”

Nasce nel 1997, da parte dell’olandese Miesen, l’idea di fondare l’Alzheimer caffè.
Prendendo spunto dalla stessa idea di Miesen e partendo dal desiderio di sostenere le famiglie che assistono persone con demenza e gli anziani che soffrono di solitudine, nasce: il “caffè corretto. Nessuno si senta solo”.
Gli incontri del caffè sono dedicati sia agli anziani del territorio che stanno attraversando difficoltà legate all’invecchiamento e alla solitudine sia ai familiari che assistono i loro cari che presentano un decadimento cognitivo. Le attività stimolanti proposte nel corso degli incontri sono pensate per favorire la socializzazione e il potenziamento delle capacità relazionali, cognitive ed emotive. Inoltre, dei professionisti conducono dei momenti di dialogo e confronto all’interno dei gruppi e forniscono informazioni pratiche, accoglienza e ascolto. I volontari, utile risorsa, guidati dai professionisti, sostengono le persone più fragili e mediano la creazione di nuove relazioni.
È importante per noi sottolineare quanto queste occasioni siano fondamentali per promuovere e riconoscere le risorse e il valore di sé di ognuno, soprattutto delle persone più fragili.

Se ne vuoi sapere di più sul nostro “caffè corretto” vedi anche la ricerca da noi effettuata in collaborazione con l’Università di Padova.

Sei interessato al caffè?

Grazie al progetto finanziato dalla Regione Veneto “Caffè corretto. Nessuno si senta solo. Una comunità che si prende cura di sè” il caffè è attivo nei comuni di SAONARA, VIGONZA e LEGNARO.

Per Informazioni 3756326075

SAONARA – 2° e 4° mercoledì del mese, 15:30-17:30 – c/o vedi calendario

VIGONZA – 1° e 3° mercoledì del mese, 15:30-17:30 c/o via paradisi 2

La solitudine, un problema di salute pubblica

Numerose ricerche sottolineano da un punto di vista statistico come ci sia una relazione tra isolamento sociale e alcune condizioni di salute, sia fisiche che psicologiche, che coinvolgono l’anziano con riferimento particolare alla demenza, depressione e alla salute cardiovascolare. Risulta quindi necessario comprendere i processi e le dinamiche relazionali che caratterizzano l’isolamento sociale degli anziani nel nostro territorio. In particolare, i repentini mutamenti antropologici che lo hanno coinvolto (industrializzazione della campagna, cambiamento del mondo del lavoro, migrazioni e innovazione tecnologica) hanno modificato in modo sostanziale i tradizionali assetti relazionali. Un esempio è costituito dalla generazione intermedia, duramente colpita dall’ultima crisi economica e vincolata da ritmi lavorativi sempre più incalzanti, e con sempre meno tempo a disposizione da dedicare alle relazioni familiari.

Attraverso una ricerca effettuata in collaborazione con l’Università di Padova* abbiamo analizzato il significato che i partecipanti del “caffè corretto” danno della solitudine e dell’isolamento sociale, processo fondamentale per capire appieno i bisogni degli anziani fragili e poter prendersene cura consapevolmente. Grazie alla possibilità di coinvolgere un gruppo di persone che vivono questa problematica sono stati organizzati appositi momenti di gruppo in cui un ricercatore ha raccolto e analizzato il vissuto dei partecipanti rispetto alle tematiche sopracitate.
*Con la consulenza scientifica del Prof: Adriano Zamperini, direttore del Master di I livello in “Dirigente della sicurezza urbana e contrasto alla violenza” dell’Università di Padova

Cos’è la solitudine per gli anziani che hanno preso parte al progetto?

Mutton, Z., Casagrande, M., Bisato, C. (2020), Qualità di vita e convivenza urbana: la solitudine degli anziani nella città diffusa, XIII Convegno Nazionale di Psicologia dell'Invecchiamento, 29-30 Maggio 2020, Società Italiana di Psicologia dell'Invecchiamento